Il 2020 rimarrà alla storia come l’anno della pandemia mondiale, un anno che ricorderemo per le tante vite perse ma anche come l’anno dell’illuminismo della Digital Transformation.

COVID-19 è stato un catalizzatore, non un esito: ha accelerato problemi, idee ed iniziative che stavano emergendo, ma che non lo avrebbero fatto così in fretta se la crisi non fosse scoppiata. Aziende, enti locali, artigiani ma anche tutti i cittadini hanno dovuto mettersi in gioco, imparare ad usare ogni tipo di device, piattaforme e social media per poter comunicare.

Da sette anni Talkwalker propone ai professionisti del marketing i trend social media per l’anno a seguire. Uno strumento utile per iniziare a lavorare sulle future strategie e per fare il punto su cambiamenti (perchè no. Anche sociologici) in atto. Talenti Digitali lo ha studiato e vi propone una sintesi nell’ottica che ci ha sempre caratterizzati: condividere per creare cultura digitale.

1 > Partiamo dai dati.

Il Re delle mention nel 2020? #Covid-19 ovvio!

Da pressoché zero mention a novembre 2019 ad oltre 1,2 miliardi di mention ad oggi: quest’anno è stato dominato dal virus. Anche nei social! Ma cosa sono le mention? Sono delle parole chiave (ad esempio il nome del vostro brand) che tramite un tool apposito possono essere monitorate. Le social mention sono un ottimo modo per monitorare la percezione e la visibilità del brand. Nel nostro caso la keyword è Covid-19

2 > I consumatori sono sempre più consapevoli. 

I consumatori oggi sono più socialmente consapevoli che mai. Generation Z e Alpha si impegnano attivamente in conversazioni su questioni sociali come la salute mentale, l’uguaglianza, l’istruzione e il cambiamento climatico. Cercano consapevolmente brand con valori sociali in linea con i loro, ed evitano quelli che non lo sono. Nel 2020 tutti noi abbiamo subito l’impatto negativo della pandemia. Questo ha generato più rumore (più post, più video, più commenti…) nelle conversazioni social,  i consumatori sono intervenuti ancora più numerosi per esprimersi su argomenti che interessano la società odierna.

Le conversazioni su questi temi continueranno molto probabilmente nel 2021, specialmente sui social media. Ecco perché sarà importante impegnarsi con costanza in discussioni che risultano fondamentali per i consumatori e bisognerà farlo cercando di generare un’impatto positivo.

Esempio Nike marketing socialmente consapevole – Con oltre 7,8 milioni di visualizzazioni e 326,5 mila engagement, il messaggio di Nike ha trovato un forte riscontro. Nike ha mostrato un impegno chiaro da parte del brand sia sul piano finanziario che strategico, sostenendo sia i propri dipendenti che la comunità. Ad oggi l’hashtag #UntilWeAllWin è stato menzionato 131.000 volte, con 671 mila engagement .

3 > L’obiettivo non è vendere ma costruire relazioni

Il marketing conversazionale consiste nel coinvolgere i clienti e costruire relazioni attraverso contenuti personalizzati. I marchi oggi non possono più semplicemente trasmettere messaggi e sperare per il meglio. Vi è una crescente necessità per i marchi di stabilire una conversazione bidirezionale con i consumatori e di connettersi con loro su questioni che sono più importanti per loro. Il coinvolgimento autentico e la costruzione di relazioni sono i fattori chiave nella creazione di una solida strategia di esperienza del cliente.

 

4 > Da editori a content creator

Social come TikTok, Koji ed Instagram Reels hanno cambiato ulteriormente il modo di vivere il mondo social degli utenti. Le nuove piattaforme infatti puntano sulla user generated content – (contenuto generato dagli utenti). L’arte di proporre dei format, dei template o degli spunti e combinarli per esprimere la personalità o le idee di un utente funziona ed è prevedibile che il 2021 porterà ancora più opportunità per il remix.Questa nuovo tipo di creatività sarà abbracciato sia dai brand che dai canali social media. Le aziende cercheranno di fornire agli utenti più asset creativi, dotandoli di template, strumenti e risorse per creare contenuti originali.

 

5 > Social gaming? Assembramenti a go-go!

-Ma qui si puo’-

Durante il confinamento dovuto al COVID-19 le persone si sono rivolte ai videogiochi come forma di distrazione ma anche come luogo di aggregazione. Il pubblico di forum e gruppi sui videogiochi è cresciuto, creando intere comunità. In questi ultimi anni si è anche appreso come sempre di più i videogiochi apportino benefici ai giocatori (come lo sviluppo di abilità cognitive che possono essere messe a frutto nel mondo reale) nel 2021 il videogioco in quanto medium sarà meno criticato, poiché i brand si rivolgeranno alle comunità che gli appartengono. Il pubblico dei videogiochi è ancora un mondo in gran parte inesplorato ma potenzialmente efficace per i brand per guidare forme innovative di impegno sociale. Ma come fare? Proibita la semplice integrazione di prodotti o il lancio di messaggi chiave, sarà invece premiante proporre un’esperienza unica basata su valori fondamentali per i gamer.

6 > Marketing Old school, tornano le newsletter e i podcast

Durante la crisi del COVID-19, la gente voleva informazioni più rilevanti. Newsletter e i podcast, hanno sicuramente alcune caratteristiche che possono farli rientrare nel contenitore del Marketing Old School eppure in un momento emergenziale sono risultati facili da mettere in piedi per i marketer e, soprattutto, di facile fruizione per i clienti. Questo ha generato una user experience di qualità. Qui non è importante come vengono condivisi i contenuti ma il fatto che i contenuti siano di qualità e di facile fruizione affinché si metta in campo una grande esperienza utente (user experience) Nel 2021 il trend sarà fornire ai consumatori più contenuti per soddisfare la loro sete di informazioni, con una particolare attenzione al contenuto stesso rispetto allo stile.

7 > L’ascesa della disinformazione digitale

Mentre il problema delle “fake news” ha afflitto i social media negli ultimi anni, nel 2020 questo problema è stato portato alla ribalta a causa della pandemia COVID-19. A causa degli alti livelli di incertezza, i consumatori desideravano disperatamente ottenere, oltre che condividere, informazioni relative a COVID-19. Ma non era sempre accurato.

Alla luce dell’aumento della disinformazione digitale, il 2021 vedrà i principali canali di social media intraprendere misure attive per frenare ulteriormente questa tendenza attraverso mezzi come l’etichettatura di contenuti social ritenuti imprecisi o fuorvianti. Alle aziende la responsabilità di monitorare il proprio marchio per rilevare eventuali casi di notizie false legate a loro e affrontare il problema prima che diventi una vera e propria crisi di pubbliche relazioni.

Chiudiamo con quello che TalkWalker definisce il trend Number one per il 2021

Per avere successo nel 2021 i consumatori devono essere al centro della vostra strategia di marketing. Il detto “il consumatore ha sempre ragione” potrà essere un cliché, ma è più attuale che mai. I brand che comprenderanno appieno i loro consumatori (le loro motivazioni, i loro bisogni e le loro conversazioni).

Il nostro consiglio?

Quello di sempre, partite dai dati (ascolto), siate voi stessi, siate presenti e largo alla creatività.

Benvenuti nell’illuminismo digitale!

#Sogna #Agisci #Converti